“Choses d’Après Nature”
Personal Exhibition by/Esposizione personale di
David Dalla VeneziaCatalogue texts by/Testi in catalogo a cura di
Andrea Pagnes
Opening 26 August 2010 at 6.00 pm
Exhibition from 27 August to 30 September 2010
Opening hours 4:30 to 11:00 pm
Inaugurazione Giovedì 26 agosto 2010, ore 18.30
Dal 27 agosto al 30 settembre 2010
Orario dalle 16.30 alle 23.00
MANNI ART GALLERY s.a.s. di Claudio Manni
Via Sandro Gallo 97/A-B, 30126 Venezia Lido - I
tel. +39 335 8035840, email claudio-manni@virgilio.it
“Seeing that I can find no subject specially useful or pleasing— since the men who have come before me have taken for their own every useful or necessary theme— I must do like one who, being poor, comes last to the fair, and can find no other way of providing himself than by taking all the things already seen by other buyers, and not taken but refused by reason of their lesser value. I, then, will load my humble pack with this despised and rejected merchandise, the refuse of so many buyers; and will go about to distribute it, not indeed in great cities, but in the poorer towns, taking such a price as the wares I offer may be worth.”
Leonardo da VinciThe Manni Art Gallery opens its exhibition venue in Venice Lido, Via Sandro Gallo 97/A-B, August 26 at 6.30 pm, dedicating a personal show titled “Choses d’après nature” to master painter David Dalla Venezia.
Born in 1965 in Cannes, France, David Dalla Venezia has developed a unique pictorial language technically and poetically, where the study and deepening of the figure represent the expressive backbone and communicative code key. Moving between tradition and modernity,
there are two opposing and more specific cultural references from which David Dalla Venezia’s painting was inspired by, and from where they have emancipated: the first is the so-called Lowbrow or Pop Surrealism, a popular movement, of lower level, conceived in the late seventies underground environments of the West Coast (to which certain works of David must be brought back, such as the illustrations for album covers of Avion Travel and 12 paintings, made on the palisades of Venice in duet with Hiroshi Daikoku between 1987 and 1989). The second, highest in profile, draws its archetypes from classical mythology, the subsequent psychoanalysis investigations of Freud and Jung, and the philosophical speculations of Schopenhauer, Nietszche even Severino.
To investigate the unconscious and then emerge through the pictorial representation with some possible answers, at the same time offering a vision of things and the world where the dream is entangled with reality, and fiction is repeated, make David Dalla Venezia’s painting to operate on two doubled levels: aesthetic-narrative and philosophical-metaphysical. The spectacular facility, the multiplication of characters which seem always (apparently) equal to themselves, the symbols themselves that act as agents, using the "proper life" of the object depicted, the continuous interweaving of quotations, iconographic motifs of classical, baroque and figurative modern in a timeless space constantly evolving, appear today so balanced each other (because the result of hard work and complex) to make this specific type of painting a unique but recognizable event, certainly not episodic.
In his paintings, dialogue and confrontation that arouse from conflict and serene acceptance, thereof swinging between past and modernity, conformism and self-assertion, recall partly the dogmatic imperatives of Kitch (the exceptional movement of international figurative painting theorized by Norwegian master Odd Nedrum), which Biennale exhibition will take place this year at Venice in Palazzo Cini at San Vio, from September 17, thanks David Dalla Venezia curatorialships: rejecting irony, always relate the old masters «not because old but because masters», shun originality by opposing it the intensity of the subject.
From this, one can deduce that the artist's works are a dynamic compendium of heterogeneous suggestions; in fact what is striking at first glance it is a strength that is not just about structure, but rather gives the log of colours and the precise formal wording, whatever it is, the supporting function, as was for Titian, Dali, Magritte, De Chirico, crucial figures to the artistic education of David Dalla Venezia.
“Vedendo io non potere pigliare materia di grande utilità o diletto, perché li omini, innanti a me nati, hanno preso per loro tutti l’utili e necessari temi, farò come colui che, per povertà, giunge ultimo alla fiera, e non potendo d’altro fornirsi, piglia tutte cose già da altri viste, e non accettate, ma rifiutate per la loro poca valetitudine. Io questa disprezzata e rifiutata mercanzia, rimanente de’ molti compratori, metterò sopra la mia debole soma, e con quella, non per le grosse città, ma povere ville andrò distribuendo, e pigliando tal premio, qual merita la cosa da me data.”Leonardo da VinciLa Manni Art Gallery inaugura la sua sede espositiva al Lido di Venezia, in Via Sandro Gallo 97/A-B, il 26 agosto alle 18.30, dedicando una personale dal titolo “Choses d’Après Nature” a David Dalla Venezia.
Nato nel 1965 a Cannes in Francia, David Dalla Venezia ha maturato – tecnicamente e poeticamente – un singolare linguaggio pittorico, muovendosi tra tradizione e contemporaneità, dove lo studio e l’approfondimento della figurazione rappresentano il cardine espressivo e il codice comunicativo fondamentali.
Sin dagli esordi, sono due e contrapposti i riferimenti culturali da cui la pittura di David Dalla Venezia trae spunto e si emancipa: il primo è il Lowbrow o Surrealismo Pop, movimento popolare, di più basso livello, sorto alla fine degli anni Settanta negli ambienti underground della West Coast americana (a cui vanno ricondotti determinati interventi di David come le illustrazioni per le copertine dei dischi degli Avion Travel e i 12 dipinti, realizzati sulle palizzate di Venezia a quattro mani con Hiroshi Daikoku tra il 1987 e il 1989. Il secondo più elevato che attinge i suoi archetipi dalla mitologia classica, dalle successive elaborazioni psicoanalitiche di Freud e Jung, e dalle speculazioni filosofiche di Schopenhauer, Nietszche, anche Severino. Investigare l’inconscio, per poi riemergere attraverso la rappresentazione pittorica con alcune possibili risposte, offrendo una visione delle cose e del mondo dove il sogno si confonde con la realtà e la finzione si ripete, fa sì che la pittura di David Dalla Venezia operi su un duplice livello: estetico-narrativo da un lato e filosofico-metafisico dall’altro.
L’impianto scenografico, la moltiplicazione di personaggi uguali a se stessi, i simboli che agiscono essi stessi come attori avvalendosi della “vita propria” dell’oggetto raffigurato, il continuo intreccio di citazioni, motivi iconografici della classicità, del barocco e della cultura figurativa moderna, all’interno di uno spazio senza tempo e in continuo divenire, appaiono, oggi, talmente bilanciati tra loro (perché frutto di un lavoro estenuante e complesso) da rendere questo specifico tipo di pittura un evento unico, irripetibile ma riconoscibile, senz’altro non episodico.
Nei quadri di David Dalla Venezia, il dialogo e il confronto che si evince tra conflitto e serena accettazione dello stesso, tra passato e modernità, affermazione di sé e anticonformismo, richiamano in parte anche gli imperativi dogmatici del Kitch (l’eccezionale movimento di pittura figurativa internazionale teorizzato dal norvegese Odd Nedrum), la cui Biennale si realizzerà quest’anno a Venezia nelle sale di Palazzo Cini a San Vio, a partire dal 17 settembre, proprio grazie alla curatela di David Dalla Venezia: rifiutare l’ironia, relazionarsi sempre agli antichi maestri «non perché antichi ma perché maestri», rifuggire l’originalità e contrapporre ad essa l’intensità del soggetto.
Da tutto ciò si potrebbe dedurre che le opere dell’artista siano un compendio dinamico di suggestioni eterogenee, in realtà ciò che colpisce fin dal primo sguardo è proprio una fermezza solida che non riguarda unicamente l’impianto strutturale, ma piuttosto assegna al registro del colore e alla precisione del dettato formale, qualsiasi esso sia, la funzione portante, come fu per Tiziano, Dalì, Magritte, De Chirico, figure decisive per la formazione artistica giovanile di David Dalla Venezia.